Vuoi vedere che la combinazione tra violenza negli stadi e crisi economica potrebbe provocare novità impreviste?
A dare la scossa è stato un tweet del premier Matteo Renzi che ha cinguettato così: “Gli straordinari delle forze dell’ordine impegnate negli stadi devono essere pagati dale società di calcio, non dai cittadini”. Il brivido che ha percorso la schiena dei club – dalla Serie A alla Lega Pro – è stato forte almeno come la sorpresa iniziale.
Eppure un segnale c’era già stato. In Parlamento, nella commissione Affari Costituzionali, era stato approvato un emendamento a firma del deputato Emanuele Fiano, del Partito Democratico, che introduceva un prelievo dall’1 al 3% sugli incassi da stadio delle società di calcio. Secondo il Movimento Cinque Stelle, però, questo contributo non era sufficiente, visto che nell’ultima stagione il ministero dell’Interno ha speso 25 milioni di euro per la sicurezza (non assicurata) del calcio. E così il deputato Tancredi Turco ha proposto di prelevare la stessa percentuale non dal botteghino dello stadio, bensì dai proventi dei diritti tv che valgono circa un miliardo di euro a stagione.
Il PD prima aveva respinto l’idea, poi addirittura l’aveva potenziata – sempre a firma dell’onorevole Fiano – proponendo una tassa sui ricavi complessivi delle società (biglietti più diritti tv). Ma la necessità di porre la fiducia sul decreto complessivo ha fatto saltare quest’ulteriore modifica.
Risultato? Il testo che verrà votato dalla Camera prevede dunque solo un prelievo dall’1 al 3% sulle entrate derivate dalla vendita di biglietti e abbonamenti. Una voce su cui la Serie A nell’ultimo anno ha fatturato 186 milioni di euro, e che non salirà di molto nella stagione 2014-2015. A questa cifra vanno aggiunte qualche decina di milioni da Serie B e coppe (Champions e Europa League comprese). L’importo totale dovrebbe aggirarsi fra i 220 e i 250 milioni di euro e perciò in totale, nel migliore dei casi, lo Stato percepirà una cifra oscillante tra i 2,5 e i 7,5 milioni di euro. In ogni caso, una cifra minore del costo delle manifestazioni sportive, anche se il Ministero prevede una diminuzione delle spese proprio grazie alle nuove norme contenute all’interno del decreto legge per gli stadi.
Attenzione però ai colpi di coda. L’onorevole Fiano è stato chiaro: “Per il me il punto di riferimento sono sempre quei 25 milioni di euro stimati dal Viminale”. In prospettiva, perciò, potrebbe essere approvato anche un ordine del giorno che impegni il governo a pensare ad un ulteriore provvedimento riguardante i diritti tv o comunque un prelievo su altre entrate che arrivi alla cifra stabilita. Di certo una proposta in tal senso arriverà dal Movimento Cinque Stelle, ma forse ce ne sarà una anche del PD. “Intanto – conclude Fiano – è stato affermato un principio: i club di calico devono pagare gli straordinari delle forze dell’ordine per le loro partite”. Inutile dire che le società faranno muro, e già adesso sottolineano come ogni anno versano centinaia di milioni al fisco.
Anche altre aziende – replicano al Viminale – e senza che ci costringano a spendere milioni extra per assicurare l’ordine pubblico. L’impressione è che le società – al netto delle lacrime versate – per ora se la siano cavata a buon mercato, ma forse il secondo tempo della partita deve ancora essere giocato. Meglio diffidare delle certezze, anche perché i sondaggi effettuati evidenziano come la gente sembra essere d’accordo col governo. Evidentemente i milionari del calcio, di questi tempi, non devono godere di molte simpatie.
Massimo Cecchini is a football writer for La Gazzetta dello Sport