After the seemingly endless rumors came the official announcement: at the end of the next European Championship the coach of the Italian national team will not be Antonio Conte. It is no surprise. The offer from Chelsea (about €21 million for three years) was too good once it arrived, while the not so good prospects for the Blues (Italian national team, not Chelsea) were not helped by Serie A giving the coach too little room for maneuver in preparing the team.
Needless to say, it has already unleashed a hunt for new coach of the national team, who within a month should be named. Nominations are many: from big gurus like Lippi and Capello to young emerging talents such as Cannavaro and Ferrara, from expert coaches like Guidolin, Ventura, Tardelli and Gasperini, to favourites of the federation like Di Biagio and Cabrini.
But there is another game that is being played around the search for Conte’s heir; that one is related to the leadership of the federation. In 2017 president Tavecchio will face the electoral cliff and it is no secret that he wants to remain in place, especially now that strong foundations are believed to have been laid thanks to the work done via the “moralization” of mandatory club budgets – based on the UEFA regulations.
Whether this helps Italian football – or hurts – remains to be seen but there is still the question of who will be the new coach of the national team. On this theme, the choice will be mainly Tavecchio’s and it will certainly be taken into account when the elections come round.
Qualifying from the group stages of the 2018 World Cup, will likely be among the most complicated in the history of the Blues, as it will go right to the final stages in the group with only the top team qualifying, while the second place will have to deal with the risk posed by the playoffs. The problem for Italy is that they have Spain in their group, who will inevitably one of the favourites to win the competition.
Warning: in 2017 the new head coach – whoever he is – could already run the risk of drowning by being caught up in any controversy involving Tavecchio, the man who who chose him. There is a historical pressure in that Italy has not missed the final rounds of a World Cup since 1958, and failure at Russia 2018 would be a considerable footballing drama. So Tavecchio needs to choose well but also hope for a good World Cup, especially as his rivals would certainly not miss the opportunity if it didn’t go well.
In the wings waiting and watching are the new president of the Pro League, Gravina, and a “new entry” in the form of former player (and former coach) the very media conscious Gianluca Vialli. One thing though Tavecchio can say he will have achieved is financial propriety with the reduction of the new coaches salary. The feeling is that the €4 million paid to Conte was unique and we are headed towards a halving of the budget – unless other surprise names enter the discussions. The game, after all, is still open.
Massimo Cecchini is a senior football writer for La Gazzetta dello Sport
Il Nuovo C.T. e la Battaglia per la Presidenza
Di Massimo Cechinni
Dopo le voci (fondatissime) è arrivata l’ufficialità: alla fine del prossimo Europeo il commissario tecnico della Nazionale italiana non sarà più Antonio Conte. Nessuna sorpresa. Troppo ghiotta l’offerta arrivatagli dal Chelsea (circa 21 milioni di euro per tre anni), troppo modeste le prospettive degli azzurri e troppo scarso il margine di manovra concesso dalla Lega di Serie A all’allenatore della Nazionale.
Inutile dire che si è già scatenata la caccia al nuovo commissario tecnico della Nazionale, che entro un mese dovrebbe essere definita. Le candidature sono tante: da grandi santoni come Lippi e Capello a giovani emergenti come Cannavaro o Ferrara, passando da allenatori esperti come Guidolin, Ventura, Tardelli e Gasperini per arrivare a prodotti della Federazione come Di Biagio e Cabrini.
Ma c’è un’altra partita che si gioca intorno all’erede di Conte, quella relativa alla leadership federale. Nel 2017 infatti il presidente Tavecchio dovrà affrontare lo scoglio elettorale e non è un mistero che desideri rimanere al suo posto, forte delle fondamenta poste grazie soprattutto al lavoro svolto per la “moralizzazione” obbligatoria dei bilanci dei club, sulla base delle norme Uefa. Ad aiutarlo – oppure a danneggiarlo – ci potrebbe essere però anche la questione dell’allenatore della Nazionale.
Sul tema, la scelta sarà principalmente sua e dovrà senz’altro tenere conto di un dato. La qualificazione al Mondiale del 2018, infatti, sarà fra le più complicate della storia azzurra, visto che andrà di diritto alle fasi finali solo la prima del girone, mentre la seconda dovrà vedersela col rischio rappresentato dai playoff. Il problema è che nel girone dell’Italia c’è la Spagna, che si candida ovviamente al ruolo di favorita. Morale: nel 2017 il nuovo c.t. – chiunque esso sia – correrebbe già il rischio di essere con l’acqua alla gola, coinvolgendo nelle polemiche anche lo stesso Tavecchio che lo ha scelto.
Non dimentichiamo infatti che l’Italia non salta un Mondiale addirittura dal 1958 e fallire “Russia 2018” sarebbe un dramma calcistico non indifferente. E allora meglio scegliere bene e sperare in una qualificazione aperta. Tanto più che i rivali a Tavecchio certo non mancheranno. Dal neo presidente della Lega Pro, Gravina, alla “new entry” rappresentata addirittura da un ex calciatore (ed ex allenatore) assai mediatico come Gianluca Vialli. Una cosa però Tavecchio potrà vantarla: la riduzione dello stipendio del nuovo commissario tecnico azzurro. L’impressione è che i 4 milioni netti dati a Conte siano irripetibili e si vada verso un dimezzamento del budget. A meno che non spuntino altri nomi a sorpresa. La partita, d’altronde, è ancora aperta.